08/12/2019
Vi riportiamo il discorso integrale fatto oggi in piazza.
Le fonti linkate alla fine possono essere un buon punto di partenza per chi non ha compreso o vuole approfondire qualche concetto, o per chi ha qualche errore da segnalare.
[Attenzione: lettura da 10 minuti]
“Siamo qui, oggi, per celebrare l’inizio di un lungo periodo di festività che ruota attorno al Natale, ma, soprattutto, siamo qui per festeggiare l’inizio di un nuovo progetto che speriamo possa avere continuità e incentivare altri a fare come noi, anzi, meglio di noi.
Mi presento, sono Lorenzo, studente di ingegneria energetica con un po’ di sensibilità per l’ambiente - tale da farvi questo discorso, ma non un viaggio in barca a vela fino in America - e sono la voce del Cortiletto, ovvero di un gruppo di ragazzi di tutte le età nato all’inizio dell’estate “appena” passata che si era prefissato l’obiettivo di conciliare feste - con tutti i problemi che ne scaturiscono - e sostenibilità ambientale.
Riguardo il primo punto penso ci sia poco da dire: durante queste serate, 9 per la precisione e a cadenza settimanale, abbiamo bevuto e mangiato l’impossibile, abbiamo ballato, cantato, giocato a biliardino, “ping” pong, e, infine, abbiamo concesso ai partecipanti - di cui moltissimi under 30 - molta libertà e fiducia che ci è stata pienamente ripagata con rispetto verso il nostro lavoro e il luogo, con incassi esponenziali inaspettati e, soprattutto, con DUE SOLE visite da parte delle forze dell’ordine durante la festa finale, un record!
Riguardo il secondo punto, ovvero il bilancio ambientale di queste feste, ci sarebbe un discorso ampissimo da fare: vorrei che non ci diate ragione in tutto, bensì voglio che questo vi stimoli a informarvi o direttamente ad avere fede nel consenso scientifico, tenendo presente che SE il pensiero politico si allinea al pensiero scientifico, allora possiamo avere una speranza di salvarci, ma se è quello scientifico a dover trovare un compromesso con la politica beh, ne gioirà sicuramente qualcuno, ma noi comuni cittadini così come gli altri animali della Terra potremo avere dei problemi col passare degli anni. Avete presente il protocollo di Montréal? Quel trattato fu stipulato nell’89 ed è un chiaro esempio di come la politica MONDIALE, in risposta al consenso scientifico sui dati e le previsioni catastrofiche, abbia deciso di “salvarci” dall’assottigliamento dell’ozono atmosferico causato un tipo di attività umana - stiamo parlando del famoso “buco dell’ozono”. In pratica, il mondo ha deciso di salvare la mia pelle 8 anni prima che io nascessi, e penso di dovervi solo ringraziare.
Bene, torniamo a noi, e se mi ascolterete bene - o anche se non lo farete - potrete rispondere a pochi semplici quesiti che vi farò.
Ci siamo trovati a inizio estate dovendo arredare il Cortiletto partendo da zero, così come lo erano le nostre finanze: le panche di pallet ci sono state prestate da un’azienda di Sant’Agata, i teli per ricoprirle li abbiamo chiesti al Centro Missionario (Emmaus), il palco per la musica e i biliardini ci sono stati prestati dal comune, la Casetta Bar era già stata costruita da me e un mio altro gruppo di amici, la sede ci ha prestato i tavoli mentre le casse musicali erano di qualcuno di loro, le luci di natale e i vari cavi elettrici arrivavano dalla Proloco, la baracca per i cassieri ce l’ha costruita un artista locale con materiali di recupero, un frigorifero ce l’ha prestato la società di carnevale Maistòf, il ping pong e le racchette invece le ho prestate io. Volevo prendermi dei meriti anch’io, lo ammetto.
Secondo voi, sulla base di quello che vi ho detto finora, siamo stati eco-sostenibili? Ovvero, e questo lo dedico agli ingegneri come me, ipotizzando che per un dato numero di giorni lavorativi il Cortiletto avesse avuto diritto allo sfruttamento di una frazione massima X di risorse naturali - come acqua, terra, aria - sul totale delle risorse sfruttabili - quindi senza che si accumulino “danni” alla nostra frazione di ecosistema - e che è proporzionata alla frazione Y di clienti sul totale dei clienti di tutte le attività terrestri, con le nostre azioni saremmo stati nei nostri limiti, o avremmo avuto bisogno di una frazione di risorse naturali più alta? Facciamo per alzata di mano.
Se la nostra attività accadesse tutti i giorni e servisse il 100% della popolazione mondiale - così da avere diritto al 100% delle risorse massime sfruttabili -, vi sorprenderà sapere che quella domanda equivale, più o meno, a chiedere: ”Di quanti pianeta Terra avremmo avuto bisogno per sostenere i nostri consumi senza alterare in modo permanente il suo ecosistema?”. Se siamo stati sotto il limite, allora non avremmo avuto bisogno di tutte le risorse del pianeta, e viceversa se l’abbiamo superato, e per noi la risposta è: “Secondo noi, saremmo stati abbondantemente sotto”, perché il nostro unico consumo di risorse naturali sarebbe stata la corrente per il frigorifero e un po’ di carburante per trasportare queste cose, dal momento che tutto il resto era già stato creato a prescindere dalla nostra esistenza.
Continuiamo l’elenco. Con i primi incassi ci siamo permessi di comprare: un congelatore usato da Parma, dei fari a led, delle freccette, delle vernici impregnanti, dei pennarelli, un coltello, dei braccialetti starlight, delle candele e spray alla citronella, e altri piccoli investimenti a lungo termine indispensabili. Scaviamo ancora più a fondo e arriviamo a elencare i costi variabili, ovvero i beni di consumo che ora vi elenco - sono dati più o meno corretti presi dai miei registri estivi -: 3000 bicchieri compostabili da drink, 600 bicchieri da cicchetto in plastica perché era l’unica alternativa, 1000 birre in vetro da 66cc, 170 bottiglie in vetro di superalcolici, 100 litri di vino sfuso in bottiglie (non sempre) riutilizzabili, circa 20 bottiglie d’acqua in plastica, 150kg di ghiaccio in sacchi, diverse centinaia di analcolici in lattina e altrettanti in plastica quando erano l’unica scelta, 250 euro tra cibo messicano, cinese, pizza e cocomeri locali, 100 forchette e piatti compostabili, e altri acquisti di minor conto come sale, zucchero, lime, carta per locandine e carta da asciugare ecc. Ah, e infine una cena tradizionale per 20 persone a base di carne in un agriturismo in zona.
Vi rifaccio la domanda: secondo voi ora, sulla base di TUTTO quello che vi abbiamo detto, siamo stati eco-sostenibili? Ovvero, avendo la stessa frazione massima X di risorse naturali sfruttabili (come prima) proporzionata al nostro numero di clienti e di giorni lavorativi, stavolta saremmo stati entro il limite o l’avremmo sforato? Facciamo per alzata di mano.
Stavolta, per noi, la risposta è: “MOLTO probabilmente più di una”. Abbiamo consumato elettricità per alimentare il congelatore, il frigorifero e l’illuminazione: lo ammetto, non sappiamo quanta, ma sappiamo che in Emilia-Romagna in media 2/3 della domanda di energia elettrica è prodotta da centrali termoelettriche, ovvero, con tutte le incertezze del caso, 3 serate su 9 sono state a “impatto 0” dal punto di vista dei gas serra emessi per produrla. Abbiamo consumato carburante e rilasciato gas serra per: trasportare in macchina noi e tutte le persone che non avevano modo o voglia di muoversi con le proprie gambe, trasportare in macchina o furgone tutto il necessario per le serate e che veniva comprato, con poche eccezioni, ai vari supermercati, e ultimo, ma non per importanza, trasportare con navi e camion queste stesse cose da dove sono state prodotte ai nostri supermercati locali. Abbiamo buttato circa 310 kg di SOLE bottiglie in vetro più un indefinito peso di lattine, plastica da imballaggio e da bottiglie, carta e indifferenziato, con i relativi costi economici e ambientali di smaltimento, e secondo voi, chi è il vero responsabile di questa spazzatura? Voi clienti assetati e affamati, noi del Cortiletto, chi ci ha venduto la merce con questi imballaggi, chi ha deciso di produrla così o chi dai piani alti ne autorizza la vendita? E poi, quali sarebbero stati i tipi di rifiuto davvero da evitare e quali sono le alternative davvero ecologiche? Ultimo, ma non per importanza, abbiamo consumato 1/3 dell’acqua potabile disponibile totale, consumato ettari di terreno di soia o mais - di cui, in media, il 40% arriva da quei luoghi che un tempo erano foreste Amazzoniche -, rilasciato il 15% di gas serra sul totale delle emissioni antropiche - vi ricordo che il trasporto navale, aereo e su gomma rilasciano assieme circa la stessa percentuale - per nutrire un animale che abbiamo poi in parte mangiato. La produzione di quelle stesse proteine ha consumato da 6 al 17 volte più terra rispetto all’equivalente quantitativo che avremmo assunto con dei vegetali.
Ritorniamo alla domanda: “Di quanti pianeta Terra avremmo avuto bisogno?”. Sul Cortiletto non abbiamo dati certi, ma vi possiamo dire che la scienza conosce da tempo la capacità massima di risorse sfruttabili dall’uomo e, per semplificarci le cose, l’ha paragonata al nostro consumo attuale: infatti, quest’anno l’Earth Overshoot Day mondiale è stato il 29 luglio ed equivale ad avere bisogno di 1,75 pianeta Terra, ma se tutto il mondo avesse lo stile di vita Europeo sarebbe stato il 10 maggio, che è l’equivalente di 2,8 pianeti! E noi italiani, da veri Europei che siamo, non ci discostiamo di tanto: il nostro Overshoot Day sarebbe il 24 maggio e così, quasi sicuramente, lo sarebbe anche per noi del Cortiletto.
Quindi, e qui sto per finire sul serio, perché siamo qui oggi? Siamo qui per ricordarci che, con le attuali tecnologie e stili di vita dei paesi industrializzati, con il nostro consumismo (spesso) fittizio unito a una scarsa consapevolezza del ciclo di vita dei prodotti e una limitatissima alternativa che sia davvero ecologica, per ogni euro di spesa che noi Europei facciamo, l’ecosistema terrestre paga, in media, come fosse 2,8 volte più grande e, prima o poi, a qualcuno toccherà saldare questo debito ambientale ed economico. Torniamo al pratico, perché siamo qui? Perché noi del Cortiletto, sulla base di quanto detto finora e consapevoli che in ogni modo non sarà abbastanza, proveremo a sdebitarci comprando e piantando con i nostri guadagni piante e alberi come quelli che vedete qui dietro e, se gli studi e il tempo di chi farà il volontario ce lo permetteranno, di promuovere il consumo di cibo a basso impatto e kilometro 0 con la creazione di un orto ad uso pubblico. E se l’orto non funzionerà, beh… abbiamo ancora dei soldi per provare a liberarci dalle catene del consumismo alienante di massa e comprare gli stessi prodotti da contadini a kilometro 0, oppure per accettare vostre nuove idee.
Per concludere (davvero davvero), i ragazzi del Cortiletto ringraziano il comune di S.Giovanni in Persiceto, la Proloco e tutte le attività o privati che ci hanno messo a disposizione il loro sapere, la loro manualità, la loro pazienza e il loro tempo per la realizzazione prima di quelle (in)dimenticabili serate estive, e ora di questo nuovo progetto.”
Fonti:
https://www.footprintnetwork.org/2018/05/22/italian-overshoot-day-footprint-calculator/
https://www.footprintnetwork.org/
http://data.footprintnetwork.org/ #/?
https://lospiegone.com/2019/08/23/ricorda-1989-il-protocollo-di-montreal/
https://it.wikipedia.org/wiki/Protocollo_di_Montr%C3%A9al
http://espresso.repubblica.it/attualita/2019/09/09/news/bistecca-peggio-della-plastica-1.338526
http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/09/11/news/amazzonia-soia-1.338530
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/cambiamenti-climatici-la-carne-incide-piu-dei-trasporti
https://www.arpae.it/dettaglio_notizia.asp?id=10595&idlivello=1504
https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/statistiche/evoluzione-mercato-elettrico
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/carne-ambiente-e-salute
https://science.sciencemag.org/content/361/6399/eaam5324
https://www.waterandfoodsecurity.org/scheda.php?id=41
