25/06/2024
Inside Out 2
Un viaggio tra Sè Ideale, Falso Sè e Sè Reale.
Un film complesso.
Così come è complesso crescere…
Vivere la pubertà…e sicuramente anche Dalla pubertà in poi…
Sperimentare l’arrivo di nuove emozioni.
Riconoscerle.
Accoglierle.
Accettarle.
Integrarle.
Farne fibra e intreccio perché diventi tutto un grande tronco robusto e colorato, fatto di tanti colori, ossia di tante emozioni diverse.
Inside Out 2 non delude.
…E trasporta nella complessità dell’animo umano che crescendo, si approccia alle emozioni più articolate, quelle fatte di criticità, ossia si crisi, ossia di valutazione ed autovalutazione continua.
C’è l’Invidia che con i suoi occhioni grandi verso il mondo, aiuta la psiche a confrontarsi, ad ammirare e a voler ottenere ciò che vede negli altri.
Invidia, che invidia le altre emozioni perché sono più alte di lei, lei così piccola e tenera e così attenta da starci attenti!
L’Invidia, che non è un’emozione malevola, ma che può essere utile esattamente come tutte le altre emozioni se aiuta a prendere spunto, a lasciarsi ispirare, a chiedersi cosa si vuole.
Purché non diventi imitazione.
Purché non diventi un “copia e incolla” di ciò che fanno gli altri.
Purché non diventi un Falso Sè.
C’è la Noia che interviene e regola attraverso la sua lentezza tutti quegli atteggiamenti di disinteresse e distacco.
Noia che regola la frenesia delle emozioni forti e veloci…
Il suo stile dissacrante dà forma al Sarcasmo, arma utile contro l’Imbarazzo, ma distruttivo quando blocca il Sentire.
Ha ragione Gioia quando dice che “il sarcasmo apre voragini profondissime”, perché interrompe flussi di coscienza che condurrebbero all’inconscio e distrugge canali di comunicazioni con se stessi utili all’introspezione.
La Noia, col suo accento français, così chic eppure così naïf.
Se c’è Noia, vuol dire che non c’è altra scelta.
Lei interviene quando…puff…nient’altro ha funzionato.
C’è Imbarazzo, rappresentato da una corporatura ingombrante e tenera, silenziosa eppure visibile…dal colore rosa, come le gote quando si scaldano all’improvviso…
Lui, che si chiede sempre qual è la cosa giusta da fare e che dà vita a sudore sul volto, sulle mani, sul corpo che ha bisogno di lavarsi…
Lui…che ha un peso che può espandersi su tutta l’anima, ma che se si allea col vero sentire, compresa la tristezza, si adopera per la soluzione…perché è un’emozione autentica.
E se c’è, vuol dire che la persona sente.
E se la persona sente se stessa, farà delle scelte per se stessa.
E poi c’è lei…Ansia.
Con l’arrivo di Ansia, è inevitabile il groviglio di false convinzioni che portano la psiche a cercare di fare sempre di più, sempre meglio o peggio, sempre più in competizione con se stessi e con il mondo esterno.
Ansia che nasce con la più grande falsa convinzione da cui se ne strutturano altre: fare sempre di più.
Non deludere mai.
Essere sempre vincenti.
Mai secondi a nessuno.
Sempre al top.
Sempre pop.
Sempre Pro.
Sempre Super.
Ansia vede fallimenti esistenziali ovunque.
Nasconde le esperienze spiacevoli da cui si può imparare.
E nasconde anche quelle piacevoli perché abbasserebbero troppo la guardia e ridurrebbero lo stato di vigilanza di fronte alla performance.
L’Ansia…”così…esuberante”.
L’Ansia che pretende di reprimere le emozioni di base come Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura…pensando di poter fare ora tutto lei.
Quel “ci penso io adesso” che non fa bene alla salute e che nel suo autoalimentarsi imprigiona l’animo nelle voci ipercritiche che fanno dire “Non sono all’altezza”.
Ansia, che sostituisce il Senso di Sè con il Falso Sè.
Ansia, che nel trigger irrefrenabile di un attacco di panico, non c’è.
Eppure c’è.
Un battito cardiaco fuori controllo.
I pensieri fuori controllo.
Le emozioni tutte fuori.
Lei, solo lei, al comando di una consolle fuori controllo, appunto.
Unico modo per fermarsi: Mollare.
Tantissimi gli spunti interessanti di Inside Out 2.
Non solo l’ansia.
Ma anche l’insonnia, che passa se arriva un’immagine che “non c’entra molto” ma placa e sposta l’attenzione altrove…
Come può fare un gatto tra le braccia.
Nel call center delle immagini ansiogene, fragile come un castello di carte, occorre far leva su nuovi stimoli per dormire sonni tranquilli.
Non sarà mai l’ipercontrollo e lo sviluppo nevrotico di un’immagine di Sè sfalsata egoistica o troppo generosa a renderci sereni.
Non sarà l’immagine idealizzata di noi stessi.
Va bene dirsi “Sono una brava persona”.
Aiuta a creare il proprio bianco candido sistema di valori infantili.
Dice Gioia “Il Senso di sè: aiuta a fare sempre la scelta giusta”…
Ma prima o poi…si deluderà qualcuno…
E si faranno i conti con la propria vera identità.
E quindi?
E quindi ciò che ci salva davvero dalle nevrosi e dalla sofferenza è accettare di essere anime complesse.
Fatte di tante cose.
Di tante emozioni.
Di tante scelte.
“Devo integrare” dice Reily nel pieno del suo attacco di panico.
Ciò che ci rasserena è l’etica di un’umanità che alla domanda “È tutto ok?” riesce a dire “No, non è tutto ok”…
E riesce a dire in senso autocritico cosa ci fa fare delle scelte piuttosto che altre.
Ma c’è come sempre un’altra piccola chicca che Inside Out ci regala:
“Credete che io abbia tutte le risposte?
Ma certo che no!!!” dice Gioia…
E se sconfortata dalla difficoltà, Gioia si chiede se crescere voglia dire rinunciare alla gioia stessa, perché si affievolisce…pur sentendo che non può essere così…
la vera, forte, intensa soluzione è in una frase che passa quasi inosservata, ma che è il fulcro di tutto il lavoro emotivo che l’animo umano compie…
Così Gioia si rivolge a Tristezza, alla quale chiede sempre aiuto, perché da sola non può farcela.
“Tu conosci il manuale, Tristezza.
Tu hai la soluzione…”
E
“Dove io vado, tu vieni.”
Perché non c’è Gioia senza un velo di Tristezza.
Veronica Buccoliero
Psicologa Psicoterapeuta Veronica Buccoliero