Cenni Storici
Importanti ritrovamenti archeologici sono avvenuti a più riprese nel territorio di Marzocchino, Cafaggio e il Baraglino località inglobate nella contrada. Intorno al 1880, ci ricorda l'Antonucci, venne scoperta, durante lavori di scavo, una necropoli a Querceta, in località Baraglino, della quale purtroppo è rimasta soltanto la suppellettile funebre di una tomba, ora presso il Museo
Nazionale di Pisa e pubblicata da Neppi Modona (1932). Anche questa tomba era costituita da una ciotola in bucchero nero sottile, un ossuario tronco conico, una ciotola coperchio ed un calice frammentario tutti in bucchero nero, portante sul fondo in graffito l'iscrizione etrusca Milarthurus. Sempre nel territorio della contrada, cosi come a Pozzi e a Strettoia, sono stati recuperati a più riprese “sei grossi cippi troncoconici o a forma di clava, in marmo, e alti fino ad un metro e ottanta. Questi cippi d'ispirazione fallica, sicuramente cimiteriali, sono anch'essi attribuiti alla cultura arcaica etrusca e databili alla prima metà dei primo millennio a.c.”. Nelle epoche successive il Marzocchino e Cafaggio seguono le vicende storiche dei Toparchi di Versilia signori di Querceta. Altra testimonianza interessante è contenuta - ci ricorda il Santini - nell'estimo dei 1377 e del 1416 il quale menziona l'oratorio di S. Andrea alla Bonazzera in quel di Cafaggío. Più tardi il Marzocchino vede il proprio territorio solcato dalla via de' Marmi progettata dal Michelangelo, e rivela la propria simpatia per la corte Medicea e per l'arte dei grande scultore. Fra leggenda e realtà
Ferdinando I de' Medici e la di lui consorte Granduchessa Maria Cristina, nel 1592 vennero per la prima volta a prendere possesso delle terre di Seravezza. Seguiti dalla leggiadra corte, si fermarono al Marzocchino e furono subito conquistati dalla bellezza dei paesaggio ricco di stupendi scorci di montagna, di cave rosseggianti e di campi ricchi di fiori e di uliveti. Vi tornarono sempre, durante il loro regno, contraccambiati dalla cordiale ospitalità degli abitanti. La Contrada oggi
Dalla simpatia per i Medici è scaturito il riferimento storico portato nel Palio dal Leon d'oro. La contrada può vantarsi inoltre di avere ospitato le prime due edizioni (1956 e 1957) del Palio dei Micci. La corsa si svolgeva allora in via delle Catene, su un piccolo campo di cui è proprietaria la chiesa di Ripa. Sempre nel territorio dei Leon d'oro, scelto per la sua posizione baricentrica rispetto alle altre contrade, furono costruite e si trovano tuttora le principali scuole di Querceta.