03/12/2022
CIBOLIBRO 🤩
Sul trenino di Casella 🚂
Umberto Curti – associazione Genova World
Il primo di settembre dell’anno domini 1929 un treno a scartamento ridotto (distanza fra le rotaie 1 metro), a binario unico e a trazione elettrica cominciò i collegamenti fra la città di Genova e la piccola località campestre di Casella, in Valle Scrivia.
La stazione di partenza, ubicata presso la centrale Piazza Manin e “dominata” dal neogotico Castello McKenzie (cui l’architetto Gino Coppedé dedicò dieci anni di lavoro), fu presa d’assalto da una folla curiosa ed entusiasta. La stazione d’arrivo, inizialmente ubicata fuori Casella, approda oggi in centro paese, dove spicca il bel palazzo dei Fieschi di Savignone (si noti l’aquila imperiale), che de facto controllarono l’abitato sino al 1797. Peraltro, la ferrovia avrebbe dovuto originariamente proseguire sino a Piacenza, via Torriglia e Val Trebbia, progetto poi – purtroppo - accantonato.
Il trenino completava (e tuttora completa) in circa un’ora, fra pendenze mozzafiato, un tragitto di circa 25 km, “unendo” tre valli in successione, la Val Bisagno, la Val Polcevera ed infine – appunto – la Valle Scrivia.
Il viaggio, attraverso i finestrini, era ed è una successione di ardite gallerie, viadotti, ponti e passaggi a livello, mentre il panorama muta di continuo: fortificazioni (tra cui Forte Diamante), antichi acquedotti * , boschi, orti, campanili, architetture rurali in pietra, reminiscenze romane (la Via Postumia)… Talora è possibile avvistare fauna significativa; benché Sant’Olcese, prelato normanno del V secolo in fuga dalla Gallia, avesse domato addirittura un orso (leggenda che lo accomuna a San Colombano di Bobbio), oggi si possono ammirare soprattutto - più rassicuranti - scoiattoli, lepri, donnole, faine, ricci, tassi, volpi.
Nei weekend il trenino rappresenta da sempre un eccellente pretesto per gite, picnic e scampagnate fuori porta, la primavera propone i colori delle fioriture, l’estate un po’ di refrigerio rispetto alla calura cittadina, l’autunno le deliziose ritualità dei funghi e delle caldarroste, l’inverno l’atmosfera natalizia talora coi paesaggi innevati. Fra un’escursione e l’altra sul territorio abbondano le buone trattorie, i salumi (a grana grossa e breve stagionatura), i caseifici. L’area è rinomata anche per il miele, i canestrelli, le patate di qualità, il vino bianco…
Oggi che il turismo invoca esperienze (il come più che il dove), trekkers e bikers praticano itinerari arricchiti da soste culturali, folklore e buone soste gastronomiche. Il trenino è degno partner dei loro desideri, sui convogli si possono infatti caricare le biciclette (info sul sito web) ed inoltre, in alcune specifiche ricorrenze, viaggiano deliziose vetture d’epoca di sapore liberty, con arredi lignei e romantiche abat-jour.
Il trenino in questi mesi è fermo per opportune manutenzioni migliorative alla linea, ma presto si potrà riudire “Signori si parte, in carrozza!”, e a quel punto la primavera indurrà in tentazione…
Agli amici della “Berio”, per questa puntata di CiboLibro, suggerisco dunque in lettura, tra le tante opzioni disponibili, P. Giardelli (a cura di), In treno da Genova a Casella, ed. Sagep, Genova, 1993.
*sull’antico acquedotto genovese (ed il suo “omologo” di Lisbona) ho visitato di recente una bellissima mostra, allestita nel cortile di Palazzo Tursi (sede del Comune), nell’aurea Via Garibaldi…