05/01/2025
Il cambiamento climatico che si vede: territorio e conseguenze
L’Associazione Filosofica Metabolè - Fucina dei Saperi, nell’ambito del Seminario Permanente sulla Crisi Ecologica, è lieta di invitarvi all’evento “Il cambiamento climatico che si vede: territorio e conseguenze”, che si terrà presso l’Hub Portanova, in Via Nigrò 18, il prossimo 7 gennaio 2025, alle ore 20:00.
L’incontro vedrà la partecipazione del dott. Giorgio Lucci, geologo e ricercatore presso l’Università di Bologna, esperto in stratigrafia e particolarmente sensibile alle tematiche di sostenibilità e consumo consapevole del territorio.
Ad aprire l’evento sarà il prof. Antonio Napoletano, esperto di filosofia della scienza, logica ed epistemologia, nonché studioso dei modelli di cambiamento climatico.
Con un’introduzione che riflette il suo profondo impegno nella validazione formale dei modelli climatici, il prof. Napoletano offrirà una prospettiva filosofica e scientifica sulla crisi ecologica e sul ruolo della conoscenza come strumento per affrontare le sfide globali.
Temi dell’evento
Il dott. Lucci guiderà il pubblico in un’analisi multidisciplinare e accessibile sui seguenti punti:
1. Il clima e i dati storici: Quanto sono affidabili i dati climatici? È corretto dire che viviamo l’anno più caldo di sempre?
2. Cambiamenti climatici e ruolo umano: Distinguere tra processi naturali e accelerazioni antropiche.
3. Siccità e alluvioni: Due fenomeni apparentemente opposti ma interconnessi, con esempi pratici.
4. Uso del territorio: Perché è cruciale progettare città sostenibili e perché alcuni territori non sono espandibili.
5. Fenomeni estremi e pianificazione urbana: Come l’errore umano amplifica i danni dei fenomeni climatici estremi.
Perché partecipare?
Questo evento è un’occasione unica per approfondire il complesso legame tra cambiamento climatico, uso del territorio e sostenibilità, grazie all’intervento di esperti che metteranno a confronto dati scientifici, analisi filosofiche e riflessioni pratiche.
L’incontro si propone di superare il catastrofismo sterile come la totale deresponsabilizzazione avanti al problema, entrambi causa di immobilismo, e di proporre una visione costruttiva e basata su soluzioni concrete. Come afferma il dott. Lucci:
“Non è il mondo a essere in pericolo, ma il nostro modello di civilizzazione. Abbiamo ancora il tempo e le risorse per agire: il primo passo è riconoscere la complessità e abbracciarla, piuttosto che semplificarla in compartimenti stagni.”
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