14/01/2022
Salute e dignità non sono un privilegio!
La storia kafkiana di A. o della violenza burocratica.
Seguiamo la storia di A. da più di un anno. Da quando subì un'incarcerazione preventiva per un reato di cui ancora non è stato riconosciuto colpevole, imprigionato da un giorno all'altro senza poter nemmeno avvisare la moglie e la piccola figlia che vivono dall'altra parte del Mediterraneo. Con non poca fatica siamo riuscitə a farlo scarcerare e a trovargli una sistemazione. Mentre era in carcere ha perso la possibilità di ricorrere in appello per ottenere lo status di rifugiato, si ritrova senza documenti, impossibilitato a lavorare per ottenere il reddito necessario al mantenimento della sua famiglia, sostenuto dal lavoro di tantə volontariə che cercano di aiutarlo in questo momento difficile. Nel frattempo A. ha sviluppato una patologia che gli causa molti dolori e ovviamente si è attivato per poter essere curato. Per accedere alle cure sanitarie necessita della tessera sanitaria, che nel caso di persone prive di documenti, viene in ogni caso garantita in maniera temporanea. Sembra semplice,eppure l'apparenza inganna. Emerge che A. ha ancora la residenza nel CAS che lo ospitava, nonostante non vi soggiorni più, nonostante nessuno dei documenti di cui è in possesso sia valido, questa condizione gli impedisce di poter accedere alla tessera sanitaria temporanea. La possibilità di avere quella standard non esiste neanche lontanamente. Ecco allora che A. si ritrova a dover soffrire, ad essere sballottato da un ufficio all'altro tra anagrafe comunale,sanitaria, questura e sportelli di consulenza. Il diritto alle cure mediche dovrebbe essere garantito a tutti e tutte coloro che ne abbiano urgenza soprattutto in questo periodo storico caratterizzato da una pandemia mondiale ed invece ci ritroviamo ad inseguire un diritto. Noi sicuramente non abbandoniamo A. ma il pensiero che siano in molti a vivere una situazione come la sua ci riempie di rabbia.
La salute e la dignità delle persone non sono un privilegio.