18/11/2024
Non avevo mai “percepito” di essere obeso, fino al giorno che mi è stato detto che sarei morto.
Non mi pesava il mio peso, nonostante tutto, fino a quando non ho capito che stavo per fare la fine di mia madre, padre, sorella e fratello.
Tutti vittime del cibo e del mangiare, o meglio della patologie derivanti dell’eccesso ponderale e da un’alimentazione scorretta.
Non sto qui a raccontarvi del nostro rapporto (familiare) malato con il cibo, che probabilmente accomuna molti di noi, ma vi racconto delle modalità con cui ho preso coscienza di essere malato di obesità.
Sono nato di 6 Kg e l’essere “grosso”, coccoloso e simpatico, quasi mi rendeva fiero.
Essere l’amico di tutti, essere cercato per la mia compagnia, per il mio saper cucinare e stramangiare insieme, mi procurava grande autostima.
Non avevo capito un caxxo e non avevo capito, nonostante una serie di problematiche e nonostante la guerra quotidiana con mia moglie, che mi stavo ammazzando lentamente e quotidianamente.
Vivevo, con leggerezza, con le classiche patologie di chi è obeso, conducendo una vita con una qualità davvero molto bassa.
Assumevo molte pillole al giorno, la notte dormivo con la C-pap e praticamente non riuscivo più a camminare con scioltezza e senza avvertire dolori alle gambe e alla schiena, stando costantemente con l’affanno.
Abitare, poi, in una casa distribuita su quattro livelli era davvero massacrante.
Non ho mai badato alla questione estetica, nonostante le numerose ferite nell’anima, dovute soprattutto ai rifiuti amorosi del gentil sesso a cui negli anni mi sono approcciato, ma nel novembre 2021 ho dovuto invece aprire gli occhi alla questione di salute.
Durante una mia rituale visita cardiologica, un nuovo medico, che sostituiva il mio cardiologo, mi ha sbattuto in faccia la realtà.
Mi ha detto che sarei morto a breve se non avessi cambiato stile di vita. Ero giunto all’ultima spiaggia.
Questo medico mi ha messo in contatto con un’associazione che supporta i malati con disturbi alimentari (di qualsiasi tipo) e con l’aiuto di una psicologa e nutrizionista ho iniziato il mio percorso verso la rinascita.
E poi la vita ti fa regali inaspettati. Incontro dopo pochi giorni dalla visita cardiologica una vecchia conoscenza (un amico di merenda, pranzo e cena) che non vedevo da tempo. Diventato praticamente la metà di un tempo.
Mi parlò della sleeve, mi parlò di questa grandissima opportunità.
Ad inizio 2022 mi sono iscritto in vari gruppi di Facebook afferenti il mondo bariatrico per informarmi e capire e di lì a poco ho fatto la visita con il chirurgo. A maggio 2022 sono rinato uscendo dall’ospedale, dopo una settimana, il giorno del mio compleanno.
Ricordo ancora il giorno dell’operazione 11/5/2022, disteso sul lettino, con il camice operatorio e quelle orrende calze anti trombo, mi stavano per togliere un qualcosa che funzionava per accedere ad una possibilità di nuova vita.
Mille paure, mille dubbi.
Sicuramente non è la strada più facile per combattere l'obesità.
Ci si arriva dopo aver tentato molteplici approcci, alcuni completamente fallimentari.
Ci si arriva stanchi, spesso umiliati dalla vita e con varie patologie, qualcuna delle quali ti porterà - consumandoti - alla morte.
Ho avuto coraggio ed oggi a distanza di 30 mesi, mi autocongratulo e mi dico di non mollare.
Partivo da un bmi di oltre 46, obeso grave classe III.
Agosto 2020 peso partenza 150 kg.
Novembre 2021 inizio percorso nutrizionista/psicologa 139 kg
Sleeve maggio 2022 con 117 kg
Addominoplastica gennaio 2024
Oggi 78.0 kg.
Aver raggiunto il normopeso, non ci mette al sicuro, adesso più che mai bisogna non abbassare la guardia.
Non è facile comprendere fino in fondo cosa è successo e cosa succederà alla mia persona.
Vivo quotidianamente tra la gioia e la paura; tra piccole vittorie e piccole sconfitte; piccoli passi in avanti ed inevitabili passi indietro.
È una continua lotta contro il mostro che si cela dentro di noi, dentro di me.
L'intervento bariatrico, almeno per me, rappresenta solo un tassello di un quadro più grande dove in continua successione si susseguono gli stati d'animo che elencavo prima.
L'aspetto psicologico è quello più importante.
Non è stato facile, anzi NON È FACILE.
Un cambiamento, fisico e mentale, importante.
Il corpo è cambiato, il viso è cambiato, l’atteggiamento è cambiato.
Scegliere di “andare a finire sotto i ferri” , facendosi togliere un qualcosa che funziona, non è una scelta facile, mille dubbi ti assalgono e sicuramente non è la strada più facile.
Bisogna restare centrati su se stessi e dare al cibo il giusto significato.
La qualità della vita è notevolmente migliorata, per non contare della scomparsa delle patologie che contrastavo assumendo medicinali e l’addio alla C-Pap.
Ci siamo dati una seconda vita, una seconda opportunità.
Non molliamo, continuiamo ad amarci.
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