21/02/2021
Riportiamo con infinita tristezza e infinita rabbia questa notizia da Maestranze dello spettacolo - Veneto:
Ieri il nostro amico e collega di una vita, Omar, ha scelto di farla finita.
È andato nel suo magazzino, e si è sparato.
Ci eravamo sentiti con lui due settimane fa, per la conferenza stampa di Rovigo.
Non poteva esserci, “ma se vi serve qualcosa venite su e prendete tutto quello che volete ragazzi sono con voi”.
Omar l’aveva detto già a maggio: ho modo di sopravvivere fino a dicembre.
L’aveva detto in una nostra piazza, e poi ci è sempre stato vicino per chiedere risposte ad un mondo di lavoratori e lavoratrici che vivono nell’abbandono.
Omar era uno di noi, un pezzo della nostra grande famiglia dello Spettacolo. Un amico generoso, buono e gentile.
Non conosciamo le ragioni che gli hanno fatto premere il gr*****to. Ma sappiamo benissimo le condizioni generali in cui si trovava. Assenza di prospettive, una vita persa nel buio dopo tanta fatica, nessun riconoscimento, nessuna dignità. Ristori che non arrivano, liquidità mancante e gli F24 che comunque bisogna pagare come l'affitto del capannone, l'assicurazione della motrice. E la preoccupazione sui suoi ragazzi.
“Sto perdendo i miei ragazzi -diceva- giustamente si cercano un altro lavoro e io senza di loro sono finito”.
In quest'ottica, parlare di problemi sentimentali ci sembra veramente atroce.
Ci provassero i Carabinieri che hanno steso il rapporto a farsi un anno come quello che ci siamo fatti noi.
E poi ne riparliamo.
La colpa di questa morte per noi è soprattutto di chi ha coscientemente abbandonato centinaia e centinaia di persone come lui, come noi, nonostante tutti gli appelli fatti in quest’anno.
Abbiamo un messaggio per tutte le colleghe e i colleghi: non siete soli. Noi ci siamo. C’è una rete pronta a sostenervi. Non perdete mai la speranza. Non possiamo fare miracoli, ma insieme possiamo sperare di sopravvivere. Una rete ampia serve a questo.
A chi ha abbandonato Omar e tante altre vite diciamo solo: noi non dimenticheremo.
La ditta di Omar si chiamava Hubble Eventi, come il telescopio a cui l’Umanità ha chiesto di esplorare le Galassie per scoprire nuovi orizzonti possibili.
Montava palchi e strutture su cui abbiamo lavorato per tantissimi anni, versato infinito sudore a innumerevoli eventi.
Omar, portiamo nel cuore il tuo sorriso anche nelle fatiche più incredibili. Eri veramente un grande. Impegnarsi come imprenditore in una battaglia per un lavoro più giusto, in Veneto, non è certo una cosa facile.
Come hai scritto e detto tu: avanti tutta.
Ciao Omar.
Ci mancherai.
Martedi dopo la manifestazione ti ricorderemo alla nostra maniera.
Il funerale sarà mercoledi alle 10, a Tribano.
Addio, e grazie di tutte le americane.