02/01/2025
𝗙𝗘𝗗𝗘𝗥𝗜𝗖𝗢 𝗜𝗜, 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗔 𝗘 𝗚𝗟𝗢𝗥𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗢 𝗦𝗧𝗨𝗣𝗢𝗥 𝗠𝗨𝗡𝗗𝗜 - 𝟮^ 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗘
Nella prima puntata della storia di Federico II di Svevia avevamo lasciato il nostro giovanotto a 14 anni – all’epoca soglia della maggiore età – novello Re di Sicilia e sposo di Costanza d’Aragona, donna molto più matura accanto a cui il nostro fa la figura del toy-boy.
Costanza porta una cospicua dote, e se pensate a un bel corredo di lenzuola o di terre da coltivare, dovete correggere il tiro: la dote di Costanza consiste in 500 cavalieri armati fino ai denti. Dono quantomai gradito a Federico, ma che fa subito il fumo: una delle tante epidemie di quei tempi bui li decima già l’anno dopo. Nel 1211, quando Federico ha diciassette anni, nasce Enrico, unico figlio dei due.
La situazione politica è intanto simile a uno stallo alla messicana: Innocenzo III, il papa, memore degli insegnamenti di quel Gesù Cristo che dovrebbe rappresentare, fa quello che fanno quasi sempre i cristiani, il contrario. Innocenzo è convinto che il potere della chiesa debba essere materiale e agisce di conseguenza. I possedimenti del papa sono nel centro Italia e – per evitare di rimanere schiacciato – non può permettere che sud e nord si uniscano.
Innocenzo III è abile nel gioco delle tre carte e un po’ alla Arlecchino servitore di due padroni, in Sicilia appoggia Federico e in Germania Ottone IV, avversario di Filippo di Svevia, zio dello Stupor Mundi. Quel drittone di Innocenzo sbaglia i conti: Filippo viene fatto secco per beghe sue e Ottone non sa più che farsene dell’appoggio papale, essendo rimasto privo di avversari, e viene meno alla sua promessa di non rivendicare il potere sulle terre del papa.
A quel punto, Innocenzo capisce di aver puntato su un cavallo pericoloso e passa dalla parte di Federico II. Quando questi gli promette che non pretenderà le sue terre, Innocenzo non si rende conto di assistere a un film già visto e se la beve come una birra gelata a Ferragosto. Il fronte comune tra il papa, Federico nostro e Filippo II di Francia sbaraglia Ottone a Bouvines nel 1214.
Federico II si fa incoronare imperatore ad Aquisgrana, dove sono conservate le spoglie del suo idolo Carlo Magno, dopo una prima cerimonia a Magonza. Fino a quando c’è Innocenzo III, Federico tiene fede alla parola, ma il papa non è eterno e Onorio III, il successore, è molto più baccalà. La sua fissa sono le Crociate: per convincere Federico a bandirne una lo nomina lui stesso imperatore a San Pietro.
Federico è molto riluttante all’idea di una Crociata in Terrasanta, per non dire che la cosa non gli passa manco per la capa. La sua educazione e la sua grande cultura fanno sì che ritenga l’impresa un’idiozia sotto tutti i punti di vista, anche politici. Lo Stupor Mundi è infatti attaccato soprattutto alla sua Sicilia ed è inoltre innamorato della cultura araba. Dopo aver sconfitto i musulmani che tenevano il potere in alcune città sicule, anziché estirparli li ha fatti stabilire a Lucera, dove si costituisce una enclave musulmana a lui fedelissima.
Federico si dedica ai suoi studi, filologia, matematica, astrologia, algebra, medicina e scienze naturali e le tante lingue che parla. Fonda l’Università di Napoli per formare validi amministratori, la Scuola di Medicina a Salerno e quella di poesia in Sicilia. Insomma, Federico vorrebbe passare il suo tempo tra la caccia col falcone e l’amata cultura, altro che Crociate! Ma la politica è una br**ta bestia che non lo lascia in pace.
Onorio III gli rompe l’anima di continuo con la sua ossessione per la Terrasanta, mentre al nord, dove Federico è apprezzato quanto la carta vetrata al posto di quella igienica, rifondano la Lega Lombarda per ribellarsi. E non è quella di oggi, intendiamoci, in quella del 1226 alcuni sanno perfino leggere. Insomma, Federico non trova pace e allora prova a far contento almeno il papa, bandendo la Crociata meno desiderata della storia.
Partita da Brindisi, però, l'impresa dura da Natale a Santo Stefano: una provvidenziale pestilenza costringe le navi a riparare a Otranto. Non sappiamo se i marinai si ammalino davvero o se lo Stupor Mundi faccia come i ragazzini che mettono il termometro sul termosifone per non andare a scuola, ma Gregorio IX - che ha sostituito Onorio ed è ancora più fanatico - propende per la seconda ipotesi e perde la brocca: col sangue agli occhi prende e scomunica Federico.
E Federico II che fa? Rotolandosi dalle risate all’idea della terribile punizione papale, si ritira a Pozzuoli per guarire dalla pestilenza, forse a suon di pizza e mozzarella di bufala. E a preparare la Sesta Crociata, un’impresa che è intenzionato a portare al successo.
Sì, però a modo suo.
Nella foto: La Battaglia di Bouvines vista da Horace Vernet.
[Storia - Federico II parte seconda]