01/05/2023
Oggi, in questa giornata in cui si onora chi in passato ha lottato per assicurare ad ogni lavoratore i giusti diritti voglio spendere due parole.
Da bambina ho sempre desiderato “il mondo dei grandi”, in cui l’indipendenza lavorativa sembrava il paradiso a cui ambire, ho sempre sognato in grande e l’undicenne che era in me non ha mai pensato al lavoro come ad un qualcosa di ostacolante. Poi inizi a buttarti nella mischia e ad appassionarti ad un lavoro che tanto maledicevi quanto ringraziavi e dopo anni ed innumerevoli frasi del tipo “volere e potere, credi nei tuoi sogni, se fai qualcosa che ami non lavorerai neanche un giorno in tutta la tua vita..” decidi di metterti in proprio e di realizzare ciò che hai sempre visionato chiaramente nella tua testa.
Ecco… in questa giornata voglio dire che la semplicistica visione del “volere è potere” è una enorme bugia, un sonnifero che dovrebbe alleviare i pensieri di auto sabotaggio tipici del cervello umano. La verità è che i sogni non fanno di te un lavoratore realizzato, che se inizi qualcosa pensando che il solo volere ti dia il potere di arrivare dove vuoi inizierai la più grande delle illusioni. C’è una cosa che mio nonno mi diceva sempre: “ dietro ogni lavoratore realizzato c’è un c**o grosso così.. devi farti il c**o Arià ” ed è così ogni giorno.
Per amare il proprio lavoro bisogna amare, o almeno tollerare, anche il c**o che c’è dietro.
Avere il sogno non vuol dire nulla senza l’obiettivo, ma avere l’obiettivo senza c**o, forse è ancora peggio.