18/05/2024
L'incipit di questa porzione della storia è difficile da individuare. A volte penso sia stato l'atto di seminare e seguire fino alla fioritura le mie prime due piante di delphinium, ormai diciott'anni fa. In altre occasioni torno al giorno in cui annusai per la prima volta dei fiori di pi***lo odoroso. Di quel momento e di quelle piante conservo ancora una foto sfocata; la rara traccia tangibile di un momento cardine.
A livello più materiale e logistico, c'è stata la mia fuga dalla Sventura, messa in atto muovendomi di un cruciale chilometro più a nord lungo la strada il cui nome significa terra fertile. Infine, il processo macchinoso attraverso il quale ho scelto il nome Oddkin.
Mi chiamo Margherita Ferrari, sono floral designer e flower farmer. Quando mi presento molti vedono nel rapporto tra il mio nome e questo lavoro un chiaro segno della predestinazione. Io preferisco parlare di vocazione. La via per arrivare qui è stata tortuosa e accidentata, ma riconosco questo luogo come un approdo solido.
Oddkin è lo spazio nel quale ho trovato una formula per conciliare una moltitudine di temi e tensioni. Il lavoro agricolo e l'arte, la messa in discussione delle convenzioni rituali, il rapporto intimo con le piante, l'osservazione timorosa o grata del cielo, la catalogazione, la pianificazione, l'improvvisazione. L'atto di mettersi al servizio, di trasformare in realtà le visioni floreali altrui.
Dentro questo contenitore, il cambiamento è repentino, ma i valori sui quali Oddkin è stat* creat* restano saldi. Non vedo l'ora di scoprire cosa succederà da qui a cinque anni, ma nel frattempo mi godo il presente.