Ai margini dell'abitato di Volargne, a sud, nella fascia compresa tra la vecchia strada Tridentina e la via principale che attraversa il paese, si trova la settecentesca villa Leoni. Vi si accede lateralmente da un ingresso situato su quest'ultima via. L'edificio padronale, circondato dal verde e dagli annessi rustici, ha forma rettangolare allungata, e le due facciate principali guardano l'una ve
rso il brolo, a sud, l'altra a nord, verso quello che un tempo era il giardino. Entrambe sono aperte da semplici portali ad arco, in lieve bugnato rustico, sormontati da balconcini dalle ringhiere ondulate in ferro battuto. Ai lati si dispone la sequenza aritmica delle finestre, contornate da classicistici profili, sobri e leggeri, secondo il gusto elegante, ma non sfarzoso, di gran parte dell'edilizia signorile veronese del settecento. L'interno consta su ciascuno dei due piani, di un'ampia sala passante, su cui si affacciano le stanze laterali, secondo l'usuale schema "veneziano". L'edificio padronale deve essere stato completato prima del 1732, l'anno in cui venne consacrata la ca****la dedicata a Sant'Elena o alla Santa Croce (l'evento è ricordato in una lapide posta sopra il portale, nell'interno dell'edificio sacro). All'epoca, probabilmente, la villa era di proprietà della famiglia Leoni, un cui esponente, Giovanni Andrea, è menzionato in una lapide (1775) posta sul pavimento della stessa chiesetta. Se il palazzo padronale esibisce una veste riservata, la ca****la assume invece l'agile e brioso decorativismo barocco- rococò, ripreso dai modi dei Pellesina, Perotti e Perini. Notevole è la facciata sulla strada, a fianco del portale d'ingresso: dentro uno schema purista con timpano triangolare, spiccano i vivaci ritmi lineari del portale e della soprastante finestra. Il primo caratterizzato dal timpano spezzato arricciato come volute, la seconda dal profilo mistilineo in cui si rincorrono andamenti concavi e convessi. L'interno presenta un altare di marmi policromi, dalle forme mosse, arricchito, nella tipica mescolanza rococò, di pittura e di scultura: la pala con sant'Elena inginocchiata dinanzi alla croce e due angioletti scolpiti ai lati della cimasa, i quali, a loro volta, richiamano le teste di cherubini inserite sui fastigi fluenti delle porte laterali che danno sulla sacrestia. Mentre sulle pareti, in alto, vennero predisposte cornici ovali in stucco, per ricevere decorazioni pittoriche mai eseguite.