18/06/2024
L'origine del cappelletto reggiano è avvolta nella leggenda e nella storia, con diverse ipotesi che si intrecciano tra loro.
La leggenda:
• Venere e il suo "bellico": Secondo una leggenda narrata nel poema seicentesco "La Secchia Rapita" di Alessandro Tassoni, Venere, Marte e Bacco, durante un loro viaggio sulla terra, si fermarono in una trattoria reggiana. Affascinato dalla bellezza di Venere, il cuoco del locale rimase particolarmente colpito dal suo "bellico", l'ombelico. Ispirato da questa visione, cercò di riprodurlo nella forma della pasta, dando vita al cappelletto.
Ipotesi storiche:
• Il "cappello": Un'ipotesi più verosimile fa risalire il nome alla somiglianza della forma del cappelletto con un particolare tipo di copricapo medievale, oppure con la mitria dei vescovi e dei granatieri.
• Il "pesto": Altri studiosi collegano il nome al ripieno, un tempo chiamato "pesto" perché pestato nel mortaio con un pestello. In origine, il ripieno era un modo per utilizzare gli scarti di carne e altri ingredienti, in una logica di recupero tipica della cucina contadina.
Indipendentemente dall'origine precisa, la storia del cappelletto reggiano affonda le sue radici nel tardo Medioevo (XIII-XIV secolo), probabilmente nato nelle cucine contadine e nei conventi della zona di Reggio Emilia.
Era un piatto semplice da realizzare, con ingredienti facilmente reperibili, e divenne presto un simbolo della cucina povera e contadina. Nel corso dei secoli, il cappelletto reggiano ha conquistato i palati di tutti, diventando un piatto tipico delle feste e delle occasioni speciali, in particolare del periodo natalizio.
Oggi, il cappelletto reggiano è un gioiello della tradizione culinaria italiana che continua ad affascinare e conquistare con il suo gusto inconfondibile.