Feldenkrais Monteverde

Feldenkrais Monteverde Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Feldenkrais Monteverde, Organizzatore di eventi, Viale di villa pamphili 15, Rome.

Declinazioni della consapevolezza: avere una scelta.(Woody ❤️)
21/10/2023

Declinazioni della consapevolezza: avere una scelta.

(Woody ❤️)

Ecco questo è molto vero. Anche Moshe sarebbe d’accordo.
18/10/2023

Ecco questo è molto vero. Anche Moshe sarebbe d’accordo.

Guardiamo il mondo una volta, da piccoli.
Il resto è memoria.

14/10/2023
Mezzi abili ❤️
06/10/2023

Mezzi abili ❤️

Le cose indispensabili alla felicità umana sono semplici, così semplici che le persone complicate non sanno costringersi a riconoscere quali sono le cose delle quali sentono realmente la mancanza. È essenziale per la felicità che il nostro modo di vivere sia determinato dai nostri impulsi profondi e non dai gusti e dai desideri accidentali di coloro che il caso ha voluto fossero nostri vicini, o persino nostri parenti. [...]


Più sono le cose alle quali un uomo si interessa, e maggiori occasioni di felicità egli ha, e tanto meno è in balìa del destino, poiché se perde una cosa può ripiegare su di un'altra. Il segreto della felicità è questo: fate in modo che i vostri interessi siano il più possibile numerosi e che le vostre reazioni alle cose e alle persone che vi interessano siano il più possibile cordiali anziché ostili.

BERTRAND RUSSELL, La conquista della felicità

03/10/2023

A new study finds the key role of bone in regulating the fight or flight response. In response to alarm signals from the brain, nerves within bone release osteocalcin, which immediately lowers the parasympathetic "brake" and lets the fight or flight response take over!

https://m.phys.org/news/2019-09-bone-adrenaline-flight-response.html

This research is no surprise to anyone that studies or works with fascia, the connective tissue network of the body that is especially dense around the muscles. Fascia is known to play a huge role in the fight or flight nervous system and is also continuous with bone.

Although we think of bone as "solid," 20% of it is actually water, and electrical charges and movement of this water transmits mechanical messages through bone, just like it does through fascia. In fact some scientists call bone "mineralized fascia."

According to a recent review article, "bone is part of the fascial continuum...that constantly transmits and receives mechano-metabolic information." https://www.cureus.com/articles/16943-bone-tissue-is-an-integral-part-of-the-fascial-system

It is fascinating to see how scientists are unravelling the complex interplay between the nervous and musculoskeletal systems!

La volontà commuove, sempre.Spesso il Feldenkrais è noto per essere un lavoro delicato e questo è vero, ma viene ancora ...
01/10/2023

La volontà commuove, sempre.
Spesso il Feldenkrais è noto per essere un lavoro delicato e questo è vero, ma viene ancora confuso con una cifra estetica. In realtà tutto il lavoro di Moshe ruota intorno al modo in cui stiamo al mondo. Scevro da qualunque considerazione etica, anche questo è spesso un fraintendimento.
La parola chiave è CONSAPEVOLEZZA (oggi molto più usato di quando fu inserito, come definizione stessa e centrale, del lavoro proposto) intesa come base di realizzazione dei propri sogni.
Ecco di questo parla l’articolo che segue.
Naturalmente non tutti hanno il talento, forse anche il destino, di questa ragazza. Per questo, il più possibile, sarebbe utile ci fossero, non solo in tutti gli ambiti formativi, ma in ogni campo e stadio della vita, finestre, o specchi, da cui sia (licenza sintattico poetica a fini ottimistici) possibile incontrare il proprio autentico sguardo.

Ah, la forza del desiderio.
Lei è , giovane donna venezuelana.
È stata una prodigio della musica: a 4 anni suona il violino. A 8 anni entra al conservatorio, e a 11 già suona in diverse orchestre.
Viene da una famiglia con pochi mezzi.
La mamma ha un negozio di frutta e lei l’aiuta e studia quando può. Ma Glass entra nel “Sistema”, la fondazione musicale di José Antonio .
Qui Glass può studiare direzione d’orchestra mentre studia (e poi si laurea) in giurisprudenza.
Un giorno scopre che l’Orchestra Mozart di Parigi sta organizzando un concorso per direttrice d’orchestra.
È il sogno della sua vita, ma non ha i soldi per iscriversi. Allora gli amici e le amiche fanno una colletta. Glass si iscrive e supera la preselezione.
Ma a marzo 2020 arriva la pandemia, e il concorso salta e viene rimandato a settembre.
E quando in Europa le cose vanno meglio, in Venezuela invece arriva una fase durissima del virus che costringe il governo a chiudere lo spazio aereo. Allora funzionari dell’ambasciata francese in Venezuela, e dell’ambasciata venezuelana in Francia, fanno un miracolo: riescono a far salire Glass su un volo umanitario diretto a Madrid per rimpatriare gli spagnoli bloccati in Venezuela.
Da li Glass arriva poi a Parigi, partecipa al concorso. Non vince ma la sua esibizione colpisce la giuria, che le assegna una borsa di studio per il Conservatorio di Parigi. Glass resta in Francia. Ha diretto l’Opera di Tours per tutto il 2022.
E la sua carriera da allora prosegue senza sosta. Prima direttrice d’orchestra latinoamericano a dirigere la Filarmonica di Berlino. Prima a fare un sacco di cose.
Il desiderio muove le montagne.

(grazie a farfalla della gentilezza)

Sempre stupendo rileggerlo e rileggerlo fino a sentirsi terribilmente fortunati ad esserci.Ricordiamo che parlava dalla ...
28/05/2022

Sempre stupendo rileggerlo e rileggerlo fino a sentirsi terribilmente fortunati ad esserci.
Ricordiamo che parlava dalla disabilità. Non per farne apologia, ma per comprendere, che non c’è limite che possa impedire in assoluto di sentirsi liberi.

Era l’odore della mia pelle che cambiava, era prepararsi prima della lezione, era fuggire da scuola e, dopo aver lavorato nei campi con mio padre perché eravamo dieci fratelli, fare quei due chilometri a piedi per raggiungere la scuola di danza.
Non avrei mai fatto il ballerino, non potevo permettermi questo sogno, ma ero lì, con le mie scarpe consunte ai piedi, con il mio corpo che si apriva alla musica, con il respiro che mi portava sopra le nuvole. Era il senso che davo al mio essere, era stare lì e rendere i miei muscoli parole e poesia, era il vento tra le mie braccia, erano gli altri ragazzi come me che erano lì e forse non avrebbero fatto i ballerini, ma ci scambiavamo il sudore, i silenzi, la fatica. Per tredici anni ho studiato e lavorato, niente audizioni, niente, perché servivano le mie braccia per lavorare nei campi. Ma a me non interessava: io imparavo a danzare e danzavo perché mi era impossibile non farlo, mi era impossibile pensare di essere altrove, di non sentire la terra che si trasformava sotto le mie piante dei piedi, impossibile non perdermi nella musica, impossibile non usare i miei occhi per guardare allo specchio, per provare passi nuovi. Ogni giorno mi alzavo con il pensiero del momento in cui avrei messo i piedi dentro le scarpette e facevo tutto pregustando quel momento. E quando ero lì, con l’odore di canfora, legno, calzamaglie, ero un’aquila sul tetto del mondo, ero il poeta tra i poeti, ero ovunque ed ero ogni cosa.
Ricordo una ballerina, Elèna Vadislowa, famiglia ricca, ben curata, bellissima. Desiderava ballare quanto me, ma più tardi capii che non era così. Lei ballava per tutte le audizioni, per lo spettacolo di fine corso, per gli insegnanti che la guardavano, per rendere omaggio alla sua bellezza. Si preparò due anni per il concorso Djenko. Le aspettative erano tutte su di lei. Due anni in cui sacrificò parte della sua vita. Non vinse il concorso. Smise di ballare, per sempre. Non resse la sconfitta. Era questa la differenza tra me e lei. Io danzavo perché era il mio credo, il mio bisogno, le mie parole che non dicevo, la mia fatica, la mia povertà, il mio pianto. Io ballavo perché solo lì il mio essere abbatteva i limiti della mia condizione sociale, della mia timidezza, della mia vergogna. Io ballavo e tenevo l’universo tra le mani e, mentre ero a scuola, studiavo, aravo i campi alle sei del mattino, la mia mente sopportava tutto perché era ubriaca del mio corpo che catturava l’aria.
Ero povero, e sfilavano davanti a me ragazzi che si esibivano per concorsi, avevano abiti nuovi, facevano viaggi. Non ne soffrivo, la mia sofferenza sarebbe stata impedirmi di entrare nella sala e sentire il mio sudore uscire dai pori del viso. La mia sofferenza sarebbe stata non esserci, non essere lì, circondato da quella poesia che solo la sublimazione dell’arte può dare. Ero pittore, poeta, scultore.
Il primo ballerino dello spettacolo di fine anno si fece male. Ero l’unico a sapere ogni mossa perché succhiavo, in silenzio, ogni passo. Mi fecero indossare i suoi vestiti, nuovi, brillanti e, dopo tredici anni, mi dettero la responsabilità di dimostrare. Nulla fu diverso in quegli attimi in cui danzai sul palco, ero come nella sala con i miei vestiti smessi. Ero e mi esibivo, ma era danzare che a me importava. Gli applausi mi raggiunsero lontani. Dietro le quinte, l’unica cosa che volevo era togliermi quella calzamaglia scomodissima, ma mi raggiunsero i complimenti di tutti e dovetti aspettare. Il mio sonno non fu diverso da quello delle altre notti. Avevo danzato e chi mi stava guardando era solo una nube lontana all'orizzonte. Da quel momento la mia vita cambiò, ma non la mia passione ed il mio bisogno di danzare. Continuavo ad aiutare mio padre nei campi anche se il mio nome era sulla bocca di tutti. Divenni uno degli astri più luminosi della danza.
Ora so che dovrò morire e il mio corpo è intrappolato su una carrozzina, ma l’unica cosa che mi accompagna è la mia danza, la mia libertà di essere. Sono qui, ma io danzo con la mente, volo oltre le mie parole ed il mio dolore. Io danzo il mio essere con la ricchezza che so di avere e che mi seguirà ovunque: quella di aver dato a me stesso la possibilità di esistere al di sopra della fatica e di aver imparato che se si prova stanchezza e fatica ballando, e se ci si siede per lo sforzo, se compatiamo i nostri piedi sanguinanti, se rincorriamo solo la meta e non comprendiamo il pieno ed unico piacere di muoverci, non comprendiamo la profonda essenza della vita, dove il significato è nel suo divenire e non nell'apparire. Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare.
Chi non conoscerà mai il piacere di entrare in una sala con delle sbarre di legno e degli specchi, chi smette perché non ottiene risultati, chi ha sempre bisogno di stimoli per amare o vivere, non è entrato nella profondità della vita, ed abbandonerà ogni qualvolta la vita non gli regalerà ciò che lui desidera. È la legge dell’amore: si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa od essere ricambiati, altrimenti si è destinati all’infelicità. Io sto morendo, e ringrazio Dio per avermi dato un corpo per danzare cosicché io non sprecassi neanche un attimo del meraviglioso dono della vita.

(Colum McCann - da "La sua Danza", Rudolf Nureyev: il testamento artistico)

Immagine: foto d'archivio di Rudolf Nureyev

Indirizzo

Viale Di Villa Pamphili 15
Rome
00152

Telefono

+393317080828

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Feldenkrais Monteverde pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi


Altro Organizzatore di eventi Rome

Vedi Tutte

Potrebbe piacerti anche