Beatpermusic

Beatpermusic Organizziamo inoltre eventi su commissione.
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L'esperienza del team della nostra società vanta 15 anni di esperienza nella realizzazione di campagne di marketing diretto volte alla raccolta fondi per importanti brand nazionali ed internazionali.

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17/11/2023

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Abbiamo scritto un libro! Lo abbiamo fatto collettivamente, perché volevamo rompere il muro d… Antonio Allotta needs your support for Sierocoinvoltə in Tour!

13/09/2023

Luogo IEFCoS Via Lovanio, 11 Roma Categoria Corsi Prossimi Eventi Prossimo avvenimento Vai alla pagina necessaria Data 24 Feb 2024 Ora 10:00 - 18:00 Data 20 Gen 2024 Ora 10:00 - 18:00 Etichette Per tutti Il Bambino Invisibile | Master sull’ascolto e la cura di bambini e adulti vittime di maltratta...

21/08/2023

“Sinceramente mi sono schifiato
un poco, ma la carne è carne”.

Le frasi scritte da chi ha partecipato allo stupro di gruppo di Palermo fanno sentire impotenti, perché dopo anni di impegno e lavoro da parte di tante e tanti, ci mostrano che questo paese vede ancora le donne come pezzi di carne da usare alla bisogna.

E sappiamo che “non tutti gli uomini” fanno, scrivono, pensano queste cose, ma per una storia che arriva alla cronaca che ce ne sono troppe che rimangono nascoste, e troppe che non accadono solo per qualche fortunata congiuntura.
Accade anche un altro fatto quando si leggono storie come questa, quando si immagina cosa deve aver subito questa persona.

Non è solo empatia, è piuttosto il riaccendersi di quello che qualcuno chiama “corpo di dolore”, che forse non può avere una dimostrazione scientifica, ma che a livello simbolico può descrivere quello che si sente.
Si riaccende una memoria, anche se quella violenza non l'abbiamo provata in questa vita.

È una memoria che attraversa le generazioni, ed è ovviamente legata a una rabbia che le donne portano dietro e che non riguarda solo loro.

Quel corpo di dolore
- quell'insieme di emozioni che si riaccendono in casi come questi - può essere sciolto a livello individuale, certo, in modo da poter vivere più serenamente le nostre vite personali, ma è importante riconoscere quanto sia legato al bisogno di giustizia, e quanto porti con sé una rabbia necessaria.

A livello collettivo, infatti, quella rabbia - che non nasce solo dall'empatia - è legata a un fortissimo bisogno di giustizia che non riguarda solo noi come individui, ma può creare un miglioramento della società.
È forse questa sensazione fisica che molti uomini non conoscono, quando continuano a puntualizzare che loro non lo farebbero mai.

Serve un impegno serio di autocoscienza maschile, che porti gli uomini a prendersi la responsabilità di cambiare il modo con cui pensano e trattano le donne, viste in molti casi come meri oggetti su cui sfogare il proprio desiderio. E così cambierà anche il modo con cui vivono se stessi, finendola con l'assecondare la propria ineducazione emotiva e relazionale.

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16/02/2023

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Non mettetemi accanto a chi si lamenta
senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie,
a chi non sa accorgersi più di un tramonto.
Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo.
Sono altro. Sono altrove.

(Alda Merini)

Ax Lupo
IL SIGNORE DEI BOSCHI

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09/02/2023

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Magari fosse così facile liberarsi dell'ansia! Il problema è che chi si sente in ansia non può non pensarci perché il pensiero dell'ansia è degli attacchi di panico che spesso ne conseguono, sembra l'unico possibile. Ecco, la risposta è in questo sembra. In realtà non è così ma la nostra mente ci proietta un unico film, a volte veramente horror. È importante quindi pensare che l'ansia è una reazione del corpo, che è impossibile fisicamente avere ansia e attacchi di panico se si riesce a tenere il diaframma basso, quindi è utile conoscere gli esercizi di respirazione che ci possono aiutare, ma soprattutto è necessario capire il messaggio che ci vuole dare. Magari la nostra vita non sta andando proprio nella direzione che vorremmo, magari è necessario fare dei cambiamenti, quindi l'ansia non è un qualcosa da sconfiggere soltanto ma un qualcosa da ascoltare, a cui aprirsi per andare avanti con un bagaglio più leggero.

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07/02/2023

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LO SAPEVATE CHE...
si è legato moltissimo ai cavalli con cui ha lavorato sul set de "Il Signore degli Anelli", ma ora l’attore ha rivelato che i destrieri sono purtroppo morti.
In una intervista l’attore ha raccontato di aver creato un rapporto strettissimo con i cavalli con cui ha lavorate durante le riprese de "Le Due Torri" e "Il Ritorno del Re", Uraeus (Brego) e Kenny (Hasufel).
A produzione è terminata, Viggo li ha acquistati assieme a Florian, l’andaluso che interpretava Asfaloth, il cavallo di Arwen ne "La compagnia dell’Anello".
In quell'occasione Viggo dichiarò :
"In realtà ho comprato tre cavalli, erano stati messi in vendita alla fine delle riprese.
C’erano i due che avevo cavalcato – il Sauro e poi il grande Baio di Aragorn – ma ho preso anche il cavallo bianco che cavalca Arwen nella Compagnia dell’Anello, quando viene inseguita nella foresta dai Cavalieri Neri.
La persona che fece quella splendida cavalcata era una controfigura con cui ho fatto amicizia.
Sapevo quanto amava quel cavallo, così l’ho acquistato per lei.
Lui è ancora vivo, ma gli altri due sono morti.
Avevano già una certa età all’epoca delle riprese, e cioè vent’anni fa".

Ma l'amore per i cavalli di Viggo non finisce qui, l'attore infatti ha comprato anche il mustang RH Tecontender che interpreta Hidalgo nell’omonimo (e bellissimo film) sulla vita romanzata di Frank T. Hopkins.

Tanta stima per questo grandissimo attore ❤

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03/02/2023

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La percezione diffusa è quella di trovarsi all’interno di una gara collettiva in cui nulla è chiaro, a parte il fatto che gli altri stiano vincendo. Non si sa bene dove sia il traguardo o quali prove uno debba superare, ma gli altri sono comunque più avanti di noi, fanno più cose, sono più amati, più inseriti, più felici, più ricchi. Gli altri vanno lisci, non hanno inciampi, dubbi o turbamenti.
Eppure siamo tutti gli altri di qualcuno. Non c’è nessuno che stia davvero guidando il gruppo, nessuno che vince o vincerà, ma tutti sono convinti che a essere “gli altri” siano gli altri. Siamo vittime di una gigantesca suggestione collettiva che ci porta a competere ogni giorno contro persone altrettanto smarrite, altrettanto affannate, altrettanto stanche.
Come canta Fabri Fibra nell’ultimo disco di Marracash: “Noi vogliamo quello che hanno gli altri. Gli altri vogliono quello che abbiamo noi. Ma noi chi?”
Già, noi chi? Noi, quelli che abitano l’inferno: l’inferno degli altri. “L’Enfer c’est les autre”, l’inferno è gli altri, scriveva Jean-Paul Sartre. Ma questa frase è stata spesso fraintesa: il filosofo francese non intendeva dire che i nostri rapporti con gli altri siano infernali, avvelenati a prescindere.
Al contrario, come ebbe modo di spiegare in un’intervista, intendeva dire che “se il rapporto con gli altri è contorto, viziato, allora l'altro non può che essere un inferno. Perché gli altri sono, in fondo, ciò che è più importante in noi stessi, per la nostra stessa conoscenza di noi stessi”.
Il giudizio dell'altro produce quel che io penso e dico di me: “Il che significa che, se le mie relazioni sono cattive, mi metto in totale dipendenza dagli altri e poi, in effetti, sono all'inferno”.
Ma questo non è un fatto inevitabile: “In qualunque girone infernale viviamo, siamo liberi di spezzarlo”.
Per spezzarlo, però, serve parlarne, serve poter dire come ci si sente, quanto di frequente si abbia la sensazione di rimanere indietro. Dirlo potrebbe suscitare una reazione imprevista: potremmo scoprire che anche l’altro - quello che ci sembra più avanti di noi - vive esattamente la stessa percezione, si sente un impostore e pensa di essere rimasto indietro.
Che bello sarebbe se, anziché metterci liberamente all'inferno, potessimo cercare un modo per uscirne insieme.

16/01/2023
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16/01/2023

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Se sei infelice vai al cimitero: non è una minaccia ma un invito.

Se i problemi ti attanagliano, se tutto sembra crollarti addosso, quando la vita si fa insopportabile e ogni atto sembra insensato, fatti un giro al cimitero.

Innanzitutto i cimiteri sono spesso belli, ma di quella bellezza che non opprime. La quiete è diffusa e ogni passante ha un dolore che non ha bisogno di dissimulare.

In cimiteri come quello Acattolico di Roma (“Potrebbe far innamorare qualcuno della morte”, scrisse a proposito Shelley) o il Père-Lachaise di Parigi la compagnia è senza dubbio la migliore possibile.

Su alcune lapidi di personaggi noti è bello osservare i lasciti commossi e grati dei viventi: i biglietti del treno sulla tomba di Julio Cortazar, le monete su quella di Edith Piaf, i cuoricini disegnati su quella di Sartre e De Beauvoir (che forse non avrebbero apprezzato, ma tanto lo sapevano già che l’inferno erano gli altri), la penna su quella di Proust, i post it con lo stampo delle labbra per Oscar Wilde.

Se mancano i personaggi noti nel cimitero vicino, tanto meglio: si potrà fantasticare sulle biografie dei singoli, o sui litigi delle tombe di coppia o di famiglia. È un’ottima riequilibratura dell’anima, capace di raddrizzare chi siamo e cosa possiamo, e ricordarci dove andremo a finire. Per prenderci un po’ meno sul serio.

Lo scriveva anche Emil Cioran: “Alla minima contrarietà, e a maggior ragione al minimo dispiacere, bisogna precipitarsi nel cimitero più vicino, dispensatore immediato di una calma che si cercherebbe invano altrove. Un rimedio miracoloso, per una volta”.

Che non si intenda il cimitero soltanto come luogo di morte e disperazione, insomma: al contrario, è anche uno sprone per i vivi a onorare la vita che resta, la sua intensità, e sforzarsi di credere che, nonostante tutto, “Il meglio deve ancora venire”.
Come recita, in California, la tomba di Frank Sinatra.

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12/01/2023

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Buon compleanno Murakami Haruki

"Il tempo grava su di te con il suo peso, come un antico sogno dai tanti significati. Tu continui a spostarti, tentando di venirne fuori. Forse non ce la farai, a fuggire dal tempo, nemmeno arrivando ai confini del mondo. Ma anche se il tuo sforzo è destinato a fallire, devi spingerti fin laggiù. Perché ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo."

Murakami Haruki, "Kafka sulla spiaggia"

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05/01/2023

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02/01/2023

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Si è spenta a 91 anni una delle imprenditrici più moderne e visionarie del territorio, che ha contribuito a costruire con la sua... ➤ Leggi l'articolo

23/12/2022
Che aspetti? 🏃🏼‍♀️🏃🏼‍♀️🏃🏼‍♀️
20/12/2022

Che aspetti? 🏃🏼‍♀️🏃🏼‍♀️🏃🏼‍♀️

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18/12/2022

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Aida Rostami, medico iraniano che ha aiutato i feriti dalla polizia di regime, torturata ed ammazzata dagli uomini di Dio della teocrazia maschilista degli ayatollah

03/12/2022

Che la sofferenza emotiva possa causare sintomi fisici è noto da tempo, ma la recente scoperta di meccanismi cerebrali comuni potrebbe aiutare a mettere a punto cure più efficaci Leggi

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25/11/2022

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👠Sai perché proprio oggi è stata istituita dall’Onu la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne?
🔴Perché il 25 novembre del 1960 3 attiviste, le sorelle Mirabal, vennero uccise su mandato del governo della Repubblica Dominicana, per ordine del sanguinario e violento dittatore Trujillo. Le sorelle Mirabal si erano ribellate al suo governo, fatto di odio e repressione.
👠 Oggi commemoriamo il loro coraggio e le migliaia di donne uccise, violentate e maltrattate ogni giorno in tutto il mondo.

🔴LA ricetta anti violenza?
👠La CULTURA 🔥❤️🔥

GustOSA
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🚀Consegna in tutt’Italia – Gratis su Roma
🤙Lun-Ven 9:00-19:00
😴Sab-Dom Riposo
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24/11/2022

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Operazione Shylock, Philip Roth

Indirizzo

Via Terni 74
Rome
00100

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