23/02/2023
“Era il giorno del mio quarantesimo compleanno, il quattordici gennaio. Uscivo da una lunga relazione, finita male. Dolorosissima. Quel giorno decisi di farmi un regalo, di mettere un cerotto su quel cuore ancora sanguinante. Andai al Tribunale per i Minori di Napoli e lì, nel giorno del mio compleanno, ricominciò tutto. Presentai la richiesta di affido per i single. Il tribunale di Napoli aveva istituito il registro dei single e in questo registro tante erano le possibilità di affido con casi limite. Io lo sapevo. E quel 14 gennaio decisi di non fare una richiesta qualsiasi. Decisi di fare richiesta di affido per un bambino disabile. Non posi nessun limite a quel modulo e ai giudici che lo avrebbero raccolto. Quando un giorno d’estate a luglio mi chiamò un giudice donna e mi chiese se ero ancora disponibile a prendere in affido un bambino. ‘Sono pronto’, le dissi veloce e senza esitazione. Allora il giudice mi rispose: ‘Guardi, è un neonato ed ha la sindrome di Down. Lei conosce la sindrome di Down?’. A distanza di una settimana da quella telefonata, conobbi Alba. Entrò nella mia vita all’improvviso una bellissima bambina bionda che pesava circa 2 kg e 300, lasciata in ospedale dalla madre al momento del parto e non collocata tra le coppie tradizionali che avevano l’idoneità. Nessuno di loro infatti voleva Alba. Erano spaventati, erano preoccupati. Alba è arrivata nella mia vita a 30 giorni ed è stata subito un terremoto. Mi sono trovato dalla sera alla mattina ad essere padre di un neonato e a dover fare i conti con latte e pannolini, nottate in bianco e sorrisoni. È stata senza dubbio l’esperienza più bella della mia vita. Non tornerei mai indietro. La scelta di avere Alba non è stata una scelta di serie B. Se avessi potuto accedere al pari di quelle coppie in tribunale avrei comunque scelto un figlio disabile. Avrei comunque scelto lei”.
Luca Trapanese